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PENSACI, GIACOMINO!

di Luigi Pirandello

Commedia in tre atti

regia di ENZO RAPISARDA

Personaggi e interpreti



Il professor Agostino Toti:
Enzo Rapisarda


Lillina:
Anna Rapisarda


Giacomino Delisi:
Pietro Beni


Cinquemani padre di Lillina e bidello:
Domenico Veraldi


Marianna Sua moglie:
Rita Vivaldi


Rosaria Delisi sorella di Giacomino:
Francesca Spezie


Il Cavalier Diana Direttore del Ginnasio:

Michele Bottaro


Padre Landolina:

Alberto Latta


Rosa, serva in casa Toti:

Serena Filippini


Filomena, serva in casa Delisi:

Germana Parizzi

Staff 

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Foto di scena
Michele Albrigo


Scenografia e costumi:
Laboratorio N.C.T.

​

Direzione luci e suono:

Khristopher Ramos Villegas


Regia:
Enzo Rapisarda


Produzione e messa in scena:
Nuova Compagnia Teatrale

Fra la fine di febbraio e l'inizio del marzo 1916 Pirandello lavora alla riduzione teatrale di una novella del 1910," Pensaci, Giacomino!". Protagonista il professore Toti, un vecchio di 70 anni, un anarchico in rivolta contro la società, che non ha mai potuto sposarsi a causa della miseria del proprio stipendio. Ritroviamo qui, in sintesi, uno dei protagonisti di tanta narrativa pirandelliana, l'esponente di una piccola borghesia italica, fra fine Ottocento e primo Novecento, avvilita e ferita dal modesto livello di sviluppo capitalistico che impedisce allo stato italiano di assicurare alle classi sociali intermedie una condizione minimamente decente.
Il professor Toti è il vendicatore della massa anonima di infelici. Ha già qualche idea sulla moglie che deve prendersi (per finta ovviamente, per farle da padre ed essere assistito negli ultimi anni di vita), la figlia del bidello della scuola. Ma la ragazza è già incinta, sebbene questo non impedisca affatto al professore di sposarla. Lillina (la ragazza) ha da tempo una relazione con Giacomino, prima ancora che il professore Toti compaia in scena a teorizzare la sua buffa vendetta contro il Governo. Lillina ha cioè una sua innocenza sostanziale:
sposa Toti perchè non può sposare Giacomino perché i suoi genitori la respingono. Sappiamo che Giacomino è un antico alunno, uno scolaro prediletto del professore.
Il professore Toti è tutt'altro che un candido vecchietto inoffensivo. Ha un piglio segretamente duro, autoritario, dispotico, dirigistico. Vuole fare del bene agli altri, ma alla sua maniera, fissando lui tempi e modi, imponendosi nella vita degli altri. Una componente sotterraneamente sadica spiega il suo bisogno di esercitare il suo bene (e il suo potere), sui deboli, sui poveri di spirito. Insomma, Lillina è la povera figlia di un bidello; Giacomino è un timido, un buono, ma anche un inetto, un incapace; Toti è paternalistico.
Ci sono anche degli interventi per esaltare la dimensione comica del genere: il direttore del Ginnasio ha modi autoritari del funzionario continentale, di contro ai ridicoli bidelli, madre e padre, genitori di Lillina; Padre Landolina, padre spirituale della sorella di Giacomino, sempre con lo scopo di introdurre note marcatamente ipocrito - tartufesche. Tutto viene scandito con molta lucidità, dapprima, il progetto, l'intendimento paradossale del personaggio, e poi, l'esemplificazione, la messa in opera del progetto medesimo. La Nuova Compagnia Teatrale rappresenta l'opera in italiano rispettando le costruzioni prettamente siciliane volute dall'Autore per offrire una più vera identificazione del melodramma.

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