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QUESTI FANTASMI

di Eduardo De Filippo

Commedia in tre atti

regia di ENZO RAPISARDA

Personaggi e interpreti



Pasquale Lojacono (anima in pena)
ENZO RAPISARDA;


Maria, sua moglie (anima perduta)
RITA VIVALDI;


Alfredo Marigliano, (anima irrequieta)
DOMENICO VERALDI;


Armida, sua moglie (anima triste)
FRANCESCA SPEZIE;


Silvia, (loro figlia, anima innocente)
ANNA RAPISARDA;


Arturo, (loro figlio, anima innocente)
PIETRO BENI;


Gastone Califano, (anima libera)
MARIO CUCCARO;


Raffaele, portiere (anima nera)
MICHELE BOTTARO;


Carmela, sua sorella (anima dannata)


Saverio Califano, maestro di musica (anima inutile)
MARCO VALLARINO;


Maddalena, sua moglie (anima inutile)
FRANCESCA DE ROSA;

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Staff 

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Foto di scena
Michele Albrigo


Scenografia e costumi:
Laboratorio N.C.T.

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Direzione luci e suono:

Khristopher Ramos Villegas


Regia:
Enzo Rapisarda


Produzione e messa in scena:
Nuova Compagnia Teatrale

La commedia debutta trionfalmente il 7 gennaio 1946 al Teatro Eliseo di Roma con la compagnia “Il Teatro di Eduardo con Titina De Filippo” per la regia di Eduardo. Fu ridata in seguito quasi ogni anno in tutta Itali fino al 1951. Nel 1954 Eduardo dirige il film omonimo, protagonista è Renato Rascel. Se ne fanno inoltre due messinscene televisive (1956 e 1962).
È comunque la prima commedia di Eduardo messa in scena all’estero, da altri interpreti e precisamente nel 1947 al Teatro El Nacional di Buenos Aires. Pasquale Lojacono, il protagonista di Questi fantasmi! È un piccolo borghese che dopo aver tentato tutto il possibile nella continua ricerca d’una soluzione che gli permetta di vivere un po’ di vita tranquilla, è disposto a credere all’impossibile. Prende in affitto un appartamento di 18 stanze a Napoli sul quale girano voci di presunti fantasmi e spiriti presenti in essa.
Il proprietario non riuscendo ad affittarlo, lo dà a Pasquale in modo gratuito, affinché lui possa riabilitarlo agli occhi della gente, e gli dà regole precise da seguire: cantare la mattina e la sera, sbattere tappeti da tutti i balconi che sono più di sessanta!
Tutto ciò per dimostrare che non ci sono fantasmi in casa, e che va tutto bene. Pasquale arriva convinto, lui non crede ai fantasmi, ma dopo i primi racconti di Raffaele il portiere e dopo alcuni strani episodi che avvengono nella casa comincia a ricredersi. La comicità fantastica della commedia nasce dall’ambiguità delle situazioni e del protagonista tanto che la forza della commedia sta proprio in questa ambiguità. Prima che il “fantasma” sveli la sua natura umana e banale, non è consentito allo spettatore di decidere se presenze sovrannaturali si aggirino nell’appartamento oppure se si tratti di allucinazioni collettive e individuali. Neppure i dialoghi cruciali fra Pasquale e la moglie svelano se egli “creda o finga di credere ai fantasmi”. Egli grida dal balcone all’invisibile Professor Santanna: “I fantasmi non esistono, li abbiamo creati noi, siamo noi i fantasmi…” Sono l’incubo della miseria e il ricatto quotidiano della povertà che induriscono il nostro cuore, sono quei sentimenti come l’orgoglio, l’invidia, la superiorità che ci fanno perdere “la chiave della comunicazione”. La commedia è fondata su due nuclei tematici: la difficile comunicazione tra gli uomini e l’estrema fragilità dell’essere umano che è disposto a credere come vero ciò che fa parte dei suoi desideri. L’incomunicabilità però non nasce da una pirandelliana crisi di identità ma da una mancanza di abbandono reciproco, quasi da un sentimento di superbia verso l’altro. Eduardo ricorre alla tecnica del finto dialogo con il Professor Santanna, l’unico personaggio che lo ascolterà fino in fondo, in modo tale che egli ricoprendo il ruolo dello “spettatore rappresentato” diventi un mediatore nei confronti dello “spettatore reale”. Con questo aneddoto Eduardo riferisce come gli venne l’idea della commedia: “C’era un vecchio con la barba che veniva a casa quando ci trovavamo tra amici perché raccontava di essere uno specialista di sedute spiritiche. Per convincermi, mi diceva che, spesso, tornando a casa sua, trovava un tipo che usciva e lo salutava. Diceva di essere un fantasma. Io gli chiesi: ' Lei è sposato? E sua moglie non dice nulla?'. 'Non se ne accorge' - mi rispose - 'Non lo vede'.
Così nacquero Questi fantasmi!” (Corriere della Sera 17 gennaio 1983). Il confronto con la problematica pirandelliana “finzione-realtà” appare in quest’opera più vivo che mai. Per Pirandello è il sentimento del contrario, mentre il è l’istintivo avvertimento del contrario; per Eduardo “l’umorismo è la parte amara della risata..esso è determinato dalla delusione dell’uomo che per natura è ottimista.

 

Nella sua conferenza-spettacolo del 10 luglio 1983 a Montalcino, il drammaturgo napoletano, reinterpretando la famosa scena del balcone di Questi fantasmi!, osservò che “il disamore di oggi”troverebbe un bersaglio in più: “questi partiti politici lontani dalla nostra vita, fantasmi anche loro, o chissà che noi siano riusciti a convertire in fantasmi tutti noi..”

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