L'ALBERGO DEL
SILENZIO
di Eduardo Scarpetta
commedia comica in tre atti
regia di ENZO RAPISARDA
Personaggi e interpreti

Felice Sciosciammocca, pittore decoratore
ENZO RAPISARDA
Rosa, moglie di Felice
FRANCESCA SPEZIE
Michele Galletti, architetto
DOMENICO VERALDI
Concetta, giovane moglie di Michele RITA VIVALDI
Luisella, giovane cameriera di Felice
SERENA FILIPPINI
Antonio Raspa, avvocato
ALBERTO LATTA
Celestino, nipote di Michele
GIUSEPPE FIORE
MARIO CUCCARO
Andrea, cameriere di albergo
MARCO VALLARINO
MARIO SANTAGATI
Giulia
ANNA RAPISARDA
Ernestina
FRANCESCA DE ROSA
Il Commissario Piretti
MORENO PASQUALIN
Staff
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Scenografie e Costumi:
Laboratorio N.C.T. Verona
Direzione luci e audio:
Khristopher Ramos Villegas
Fotografie:
Michele Albrigo
Regia:
Enzo Rapisarda
Produzione e messa in scena:
Nuova Compagnia Teatrale
Scritta da Eduardo Scarpetta nel 1896, la commedia, come spesso accade nelle opere del drammaturgo napoletano che si ispira al teatro comico francese, prende spunto da “L’albergo del libero scambio” di Feydeau ed è strutturata in tre atti ricchi di comicità e di equivoci, sostenuti da un ritmo incalzante e di grande intensità in cui lo spettatore viene trascinato in un vortice di risate senza fine.
Nel primo atto si impostano e si spiegano le direzioni della vicenda e i ruoli: due coppie, ciascuna insoddisfatta per un verso: Felice e Rosina e Michele e Concetta; una servetta, Luisella, innamorata di un collegiale, Celestino, fortemente caratterizzato nel testo; un avvocato meteo-balbuziente, nel senso che balbetta quando piove o scroscia un temporale, e due stucchevoli e sdolcinate nipoti educande, la cui caratterizzazione viene abilmente sfruttata per sommuovere ai limiti del paradosso la materia del secondo atto.
Il primo atto si svolge nella casa di Felice, pittore decoratore, in cui tra i personaggi si intrecciano promiscue relazioni, che degenerano poi nel secondo atto all'interno dell’ Albergo del Silenzio così detto, perché presentato come un luogo in cui tutti possono combinare di tutto rimanendo indisturbati, nella massima segretezza e sicurezza. Ottima occasione che Felice coglie al volo, per condurvi Concetta: una cenetta e poi quello che seguirà, forse un po’ di allegria in una delle attrezzate camere dell’Albergo.
Ma sull’Albergo del Silenzio pesa una brutta diceria: pare che vi “alberghino” gli spiriti e a Michele, architetto e marito di Concetta, viene dato l’incarico di periziare se e fino a qual punto la diceria sta in piedi. E così nell’Albergo si trovano Michele, l’avvocato balbuziente con le nipoti e, perfino Luisella con Celestino. A quel punto sarà tutto un susseguirsi di coinvolgimenti e di tresche tanto inaspettate quanto insolite e sorprendenti, in un crescendo ai limiti della tensione fino al pericolo di un disastro totale che si sfiorerà nel terzo atto. Si risolverà tutto nel migliore dei modi, come sempre accade nelle opere di Eduardo Scarpetta. L’autore pare infatti divertirsi a ingarbugliare sempre più gli avvenimenti fino a scioglierli definitivamente in un lieto fine in cui sembra sentirgli ripetere con sarcasmo la frase che aveva posto sulla facciata della sua villa: “QUI RIDO IO”!