NATALE IN CASA CUPIELLO
di Eduardo De Filippo
Commedia in tre atti
regia di ENZO RAPISARDA
Personaggi e interpreti

Luca Cupiello
ENZO RAPISARDA
Concetta, sua moglie
RITA VIVALDI
Tommasino, loro figlio
MARIO CUCCARO
Ninuccia, la figlia
ANNA RAPISARDA
Nicolino, suo marito
MARIO SANTAGATI
Pasqualino, fratello di Luca
DOMENICO VERALDI
Vittorio Elia
MARCO VALLARINO
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Donna Carmela
SERENA FILIPPINI
Medico
MICHELE BOTTARO
Staff
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Foto di scena
Michele Albrigo
Scenografia e costumi:
Laboratorio N.C.T.
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Direzione luci e suono:
Khristopher Ramos Villegas
Regia:
Enzo Rapisarda
Produzione e messa in scena:
Nuova Compagnia Teatrale
“Natale in casa Cupiello”, rappresentata par la prima volta al teatro Kursaal di Napoli nel 1931, è una delle commedie più apprezzate e conosciute del grande Eduardo che, da acuto osservatore della realtà qual era, seppe cogliere il profondo sentimento che il Natale suscita nel cuore della gente mite.
Eduardo volle rappresentare un sognatore sopraffatto, schiacciato dalla cruda realtà intorno a lui. E tale esso è rimasto nell'immaginario collettivo, suscitando, proprio per questa sua ingenuità, tanta comprensione e simpatia. Il presepe, per Luca Cupiello, è un luogo di pace nel quale confida ingenuamente, magari dimenticando che è solo un artificio. Nella didascalia all'inizio del terzo atto, Eduardo descrive così il povero Luca: “La realtà dei fatti ha piegato come un giunco il provato fisico dell'uomo che per anni ha vissuto nell'ingenuo candore della sua ignoranza”. E alla fine, quando ha ottenuto finalmente dal figlio l'apprezzamento per il “suo” presepe, Luca è preso da una visione, si perde “nell’oltre”, cercando tra le statuine dei pastori quella pace che aveva tanto sognato.
C'è, tuttavia, una dignità nei sogni che non va mai dimenticata. Il presepe ha nell'immaginario collettivo un'importanza struggente e irrazionale per tutti, anche per i non credenti. In tanti la vigilia di Natale guardano al presepe, aspettando un improbabile prodigio.
“Questo mio lavoro è stato la fortuna della compagnia, dopo Sik-Sik, s'intende. Ebbe la sua prima rappresentazione al Kursaal di Napoli; allora non era che un atto unico. L'anno seguente scrissi il primo atto e diventò in due. Immaginate un autore che scrive prima il secondo atto e, a distanza di un anno, il primo. Due anni fa venne alla luce il terzo. Quest'ultimo non ebbi il coraggio di recitarlo a Napoli perché è pieno di amarezza dolorosa, ed è particolarmente commovente per me, che in realtà conobbi quella famiglia. Non si chiamava Cupiello, ma la conobbi”.
(Da un'intervista con Eduardo De Filippo, 1936).